+2,4% rispetto all’anno precedente

La Marca del Distributore (Mdd) continua la sua marcia inarrestabile, registrando nel 2024 un giro d’affari complessivo di 26 miliardi di euro. Questo risultato incorpora i 14,2 miliardi generati dalla Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) classica e gli 11,8 miliardi provenienti dai discount. La crescita è stata del 2,4% a valore e del 3,6% a volume rispetto al 2023, mentre dal 2019 l’aumento nominale è stato del 35,4%.

La forza della Mdd: innovazione e sostenibilità

Secondo il report di The European House-Ambrosetti (Teha), presentato oggi a Milano, la Mdd si conferma un pilastro fondamentale per il sistema distributivo italiano. Mauro Lusetti, presidente dell’Associazione Distribuzione Moderna, ha sottolineato come il settore sia riuscito a conciliare crescita economica, sostenibilità ambientale e impatto sociale positivo: “Investiamo in innovazione, creiamo lavoro, riduciamo gli sprechi e sosteniamo il risparmio delle famiglie.”

Nonostante rappresenti solo il 17% delle referenze nei punti vendita, la Mdd raggiunge una quota di mercato del 30-32%. I prodotti di marca privata primeggiano soprattutto nel comparto alimentare, in categorie come pasta, olio, conserve, salumi e formaggi, oltre che nei segmenti dei cibi funzionali, come i prodotti “senza” e “con”. Nel non-food, invece, il potenziale di crescita è ancora in fase iniziale.

Il ruolo trainante dei discount

Dai dati NielsenIQ emerge che il canale discount ha avuto un ruolo chiave nell’espansione della Mdd, con una crescita del 40,4% dal 2019, superando il +31,5% della Gdo classica. La continua apertura di nuovi punti vendita discount rafforza questa tendenza.

Alla domanda se questo fenomeno possa rappresentare un rischio di “discountizzazione” per la Gdo tradizionale, Lusetti, che è anche presidente di Conad, ha risposto: “No, il nostro approccio è diverso: sul prodotto ci mettiamo il nome.”

Un aspetto interessante è che i dati complessivi di NielsenIQ per la Gdo non coincidono pienamente con quelli comunicati dalle singole insegne. Conad, ad esempio, ha dichiarato vendite Mdd per 6,3 miliardi, Coop per 4,5 miliardi, Selex per 2,3 miliardi e Despar per 1 miliardo, raggiungendo già oltre 14 miliardi senza considerare altre catene come Esselunga e VéGé. Lusetti spiega che alcune vendite di prodotti non confezionati non vengono rilevate, mentre Valerio De Molli, CEO di Teha, ha evidenziato che questa metodologia rende i dati italiani comparabili a livello europeo.

Effetto inflazione e risparmi per le famiglie

I dati di Teha, pur nominali, non considerano l’impatto dell’inflazione, che nel triennio 2022-2024 è stata del 20% secondo l’Istat. Nonostante ciò, la Mdd ha contribuito a generare quasi 20 miliardi di euro di risparmi per le famiglie italiane dal 2020 al 2024, grazie a prezzi mediamente più bassi rispetto ai prodotti di marca. Questo ha rappresentato una risposta cruciale per i consumatori, in particolare quelli a basso reddito, che hanno affrontato un’inflazione alimentare che ha toccato picchi del 13,5%.

Il crescente ruolo della distribuzione moderna

Oggi oltre l’80% degli italiani si affida alla distribuzione moderna per la spesa alimentare: il 65% frequenta supermercati e ipermercati, mentre il 16% preferisce i discount. Altri canali, come mercati rionali (6,2%) e produttori diretti (4,8%), hanno un ruolo minore.

La distribuzione moderna genera un valore aggiunto di 208 miliardi di euro, pari al 10% del PIL italiano, tra valore diretto (27 miliardi) e filiera indiretta (181 miliardi). Le aziende con oltre l’80% del fatturato derivante da Mdd hanno registrato un incremento medio annuo del fatturato dell’8,5% tra il 2015 e il 2023, quasi il doppio rispetto alla media dell’industria alimentare (+3,9%).

In sintesi, la Marca del Distributore non solo rappresenta una leva strategica per il settore retail, ma si conferma anche un alleato fondamentale per le famiglie italiane in un contesto economico sfidante.